Cominciamo a livello pratico a capire come muoversi per correre i primi passi. Dobbiamo innanzitutto capire la persona su cui andiamo a lavorare, il suo passato storico sportivo o più generalmente parlando, il suo passato motorio.
Dopo di che possiamo tirare fuori alcune linee guida che ci permettono di dare i primi rudimenti tecnici a chi si incammina nell’avventura del running.
Dobbiamo prendere in considerazione: l’età del neo-atleta, il peso, il suo bagaglio sportivo, la sua integrità strutturale ed anche la sua motivazione.
Di qui si possono tirare fuori alcune considerazioni; più sono le situazioni che inibiscono l’attività di corsa lunga (lunghissima inattività, età, peso eccessivo, dolori articolari o traumi pregressi), più facilmente si comincerà con la sola camminata a passo svelto.
Lo scopo di questa attività di camminata è di ridurre il peso, potenziare i distretti muscolari e cominciare a non entrare in affanno aerobicamente.
A questo punto parte il vero avvicinamento graduale alla corsa, modulando le uscite di allenamento (non più di tre alla settimana, per cominciare) con tratti di corsa (1/2 minuti) intervallati a tratti di camminata (2/3 minuti) per un totale di movimento di non più di 25/30 minuti.
Man mano che passano le settimane vengono mantenuti gli intervalli di camminata e si incrementano i minuti di corsa (3 poi 4 poi 5 minuti e così via) al che dopo circa 7/8 settimane in casi normali si potrà abbozzare la prima mezz’ora di corsa continua.
Tutti o alcuni di questi passi vengono enormemente accelerati o direttamente saltati nel caso di ridotta inattività, di peso non eccessivo, di giovane età e di percorso precedentemente sportivo più vicino alla corsa rispetto ad altri.
In parole povere, avendo a disposizione due soggetti di cui il primo fino ad un mese prima giocava a calcio e non in sovrappeso e il secondo sedentario negli ultimi 10 anni e abbondantemente fuori forma, è intuibile pensare che le tabelle per iniziare a correre siano totalmente diverse tra di loro.
Lo scopo di chi scrive, più che dare delle regole fisse e le tanto decantate “tabelle”, è quello di dare gli elementi, in modo più discorsivo, per poter cominciare a correre e sottolineare l’importanza del rapporto umano con gli esperti di settore. I fattori che possono condizionare l’incremento dei vari step di avvicinamento alla corsa sono molteplici per cui il redigere una tabella che vada bene a tutti è di per se impossibile. Molto meglio affidarsi alle mani di chi è esperto in materia che veda e sappia come si sta muovendo il neo-runner. Ed è anche importante riuscire ad aumentare la propria sensibilità, la capacità di sapersi ascoltare, che diventa fondamentale ad ogni livello, sia che siate runner professionisti, sia che siate alle prime armi.
Per cui di sicuro le regole di massima per iniziare sono quelle descritte fino ad ora, ma è solo lo sviluppo delle proprie capacità di autovalutazione (e di chi è insieme per allenare) che potrà indirizzare verso la quantità di sforzo più proporzionata alle proprie caratteristiche del momento.
Con l’allenamento si arriva a risultati che i primi tempi sembrano impossibili a coloro che sono sedentari, ma è questo il bello del running; il graduale accrescimento della forma fisica, dell’umore e dell’autostima nel momento in cui, di settimana in settimana, vengono raggiunti o recuperati quei piccoli traguardi che ci si è quasi irragionevolmente posti.
RUN PHILOSOPHY
Bruno Santachiara